Il Chicago Underground Quartet ha pubblicato lo scorso maggio “Good Days”, il secondo capitolo della ragione sociale che ha rinnovato le regole del jazz d’avanguardia. Non male, se pensiamo che sono passati oltre vent’anni da quella uscita memorabile per la Delmark nel 1998 a nome Chicago Underground Orchestra, quel “Playground” per virtuosi tutt’altro che di maniera che nel 2001 pubblicarono per la Thrill Jockey il debutto a firma Chicago Underground Quartet.
Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, tra dischi di Tortoise, Exploding Star Orchestra e São Paulo Underground, tra album in solo (Rob Mazurek e Jeff Parker), in duo (Mazurek con Parker, o il recente Mazurek con Gabriele Mitelli), in ensemble (Pharoah & the Underground) e collaborazioni dei vari membri (con Jim O’Rourke, Joan of Arc, Stereolab, Yo La Tengo, Godspeed You! Black Emperor, Rhys Chatham, Matana Roberts, Makaya McCraven tra i tanti).
La storia di Chad Taylor (batteria), Josh Johnson (chitarra), Jeff Parker (basso) e Rob Mazurek (cornetta) rappresenta una sintesi dei più significativi fermenti musicali underground degli ultimi trent’anni negli Usa, la parabola di coloro che hanno traghettato la scena di Chicago del post-hardcore attraverso il post-rock e l’avant-jazz. Dal 2001 ad oggi Rob Mazurek, oltre a innumerevoli altri progetti, ha mantenuto viva la ragione sociale Chicago Underground in una pluralità di formazioni, dal duo al trio fino alla variante Chicago/London, con Alexander Hawkings e John Edwards.
Residente a Marfa in Texas, una città di 1772 anime situata ad un’ora di strada dal Messico e a tre dal più vicino aeroporto, Rob Mazurek vanta una capacità creativa incontenibile, che lo porta a spaziare dalla composizione elettroacustica all’improvvisazione, dalla performance al video passando per pittura, scultura e installazioni.
Attivo in sala d’incisione fin dai primi anni 90, nel 1994 fonda il Chicago Underground Collective con il chitarrista Jeff Parker insieme a Robert Barry e Joshua Abrams, prima di definire la formazione che avrebbe debuttato per la Delmark Records con l’album “Playground” al quale contribuiscono Jeff Parker, Chad Taylor, Chris Lopes, Sara Smith, Chad Taylor. Una formazione che spazia nel formato dal duo all’orchestra.
Con il debutto per la Delmark, i due album con Eric Alexander Badlands (1995) e Green & Blue (1996) e la pubblicazione nel 1998 dell’alt version di Playground, il cornettista di Marfa chiude il decennio con un poker di tutto rispetto. Nel 2000 l’instancabile artista si trasferisce a Manaus, dove risiede per sette anni.
Durante la sua permanenza in Brasile, Mazurek compone lasciando la massima libertà alla propria ispirazione: costruisce paesaggi sonori esotici dai suoni della foresta pluviale amazzonica, tra cui anguille elettriche registrate presso il laboratorio di ricerca INPA a Manaus e audio prelevato dai sistemi di tempesta alla periferia di Brasilia. Prosegue nei suoi esperimenti di pittura e scultura, creando opere direttamente influenzate dall’ambiente circostante. A Belo Horizonte Mazurek incontra Mauricio Takara e Guilherme Granado, i suoi soci nel progetto San Paolo Underground, un gruppo dedito all’esplorazione e all’espansione delle tradizioni musicali brasiliane.
Tornato a Chicago nel 2005, il mercuriale musicista texano fonda l’Exploding Star Orchestra, per investigare la tradizione delle avanguardie nella sua città, dalla fiorente scena post rock all’influente AACM. La nuova formazione presentò in anteprima dieci suites, tra cui “Sting Ray and the Beginning of Time,” “Cosmic Tomes for Sleepwalking Lovers,” “Constellations for Inner Light Projections for Bill Dixon,” “Stars Have Shapes,” “63 Moons of Jupiter”, “Transgressions Suite”, “The Space Between”, “Atmospheres for Roscoe Mitchell” and “Galactic Parables Volume 1 and Volume 2”.
Negli anni, Mazurek ha diretto o co-diretto molte formazioni di diverso organico e dimensioni. L’Exploding Star Orchestra, l’Exploding Star International, i Desert Encrypts, i Pharaoh and the Underground (featuring Pharoah Sanders), il Chicago Underground sono solo alcune delle sigle con cui l’esplosivo artista ha dato sfogo alla sua creatività, collaborando con i migliori musicisti e artisti della scena mondiale, tra cui Bill Dixon, Roscoe Mitchell, Jim O’Rourke, Gabriele Mitelli e molti altri.
Anche come artista visivo Rob Mazurek ha attirato molta attenzione con personali internazionali e mostre / installazioni collettive e residenze artistiche. Ha esposto le sue opere in luoghi negli Stati Uniti, in Sud America e in Europa, tra cui la Rothko Chapel a Houston, Texas, dove i suoi dipinti sono esposti.
Mazurek ha scritto oltre 300 composizioni originali negli ultimi 30 anni e ha pubblicato più di 70 registrazioni su varie etichette tra cui Astral Spirits, International Anthem, Aesthetics, Corbett vs Dempsey, Cuneiform, CleanFeed, Delmark, El Paraiso, Family Vineyard , Harmonipan, Mego, Northern Spy, Rogue Art, Submarine, Thrill Jockey e la sua etichetta Infinity Dogs.
Nei suoi lavori da solista, è evidente l’interesse per la musica concreta, l’installazione sonora e la manipolazione elettronica del suono, con uscite sulle migliori etichette del genere, tra cui Astral Spirit e Cleanfeed, che documentano le sue composizioni utilizzando sintetizzatori modulari, programmazione per computer, effetti elettronici e tastiere.
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